Un veneto in Dobrogea (1)
Quella che vedete è Ciucurova, capoluogo del Comune omonimo comprendente anche i villaggi di Atmagea e Fântâna Mare. In mezzo alla vallata si nota il tetto dell'orribile blocco di appartamenti (giallo) costruito in mezzo al paese, uno dei tanti residui del periodo comunista. Un po' alla sua destra la cupola della chiesa. Un po' più lontano, alla sua sinistra, il minareto della locale moschea, costruita nel 2005 dalla comunità turca, presente dai tempi della dominazione ottomana.
Se lo osservate su Google Maps noterete che per vedere apparire qualche villaggio nei pressi dovete passare da una scala di circa 1:20000 ad una 1:80000. Il centro abitato più vicino dista in linea d'aria circa 6 km.
Ed in mezzo? Il nulla. Boschi, campi, magari qualche ripetitore per i cellulari.
Per un veneto, anzi, per un padovano dell' Alta come me tutto questo è inconcepibile. La chiesa di Marsango dista a 1,72 km sia da quella di Busiago che da quella di Pieve di Curtarolo, ed è difficile dire dove finisce un paese e ne comincia un altro. Lo si sa perché c'è un cartello con un nome barrato, a cui segue un altro con un altro nome circa dieci metri dopo, ma in realtà è tutto un unico centro abitato. Ed ovviamente i comuni ci guadagnano sopra. Basta mettere un paio di vigili con l'autovelox in posizione "discreta"...
Sembra cehe la cosa non sia casuale. Qualche casa dove ora c'è il nulla doveva esserci, poi è arrivato Ceaushima (Ceaucescu+Hiroshima) che impose di concentrare i villaggi per togliere impacci alle macchine che dovevano lavorare la terra.
Effettivamente in casa nostra l'agricoltura è impossibile. Immaginate un trattore che esce dal capannone del contoterzista, si fa un chilometro, arriva sul campo, lavora tre ettari, esce dal campo, si fa cinquecento metri, lavora sei ettari, esce dal campo, fa ottocento metri, lavora mezzo ettaro, questo pezzo è quadrato e si deve girare quindici volte per lavorarlo tutto... Quanto gasolio ha consumato in operazioni accessorie?
Da quanto ho sentito un trattorista nel periodo comunista doveva consumare due pieni di carburante al giorno. Se non ci riusciva si fermava, apriva il rubinetto del serbatoio e lo svuotava per terra. Al mercato nero ci si scambiava carne, latte, pane. Non gasolio.
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