"Dime de qué presumes y te diré de qué careces" (Dimmi di cosa ti vanti e ti dirò che cosa ti manca)

sabato, ottobre 25, 2008

Un appuntino, anzi due.

Si potrebbero commentare tante cose del discorso di Veltroni di oggi. Ma io ne commenterò solo l'incipit, quando si mise a rinfacciare a mr.B la sua "ambiguità" riguardo all' (brrrrrrr) antifascismo.

Copincollo da qui, pagina 2:
A chi le chiedeva se anche lei potesse definirsi così, “antifascista”, lei ha risposto con fastidio che non ha tempo da perdere, che ha cose più importanti di cui occuparsi, rispetto all’antifascismo e alla Resistenza.

Me la ricordo quella domanda. A porla fu una iena. Un suo dipendente! (al 25%) E che conseguenze ci sono state? Nessuna. Sarà il caso di ricordarselo la prossima volta che qualcuno griderà al regime mediatico.

E successivamente disse (sempre a pg. 2):
E né Barack Obama, né John McCain risponderebbero con un’alzata di spalle ad una domanda sulla decisione del presidente Roosevelt di mandare a combattere e a morire migliaia di ragazzi americani. Quei ragazzi americani che sono morti per noi, per restituirci la libertà e la democrazia.

Tanto per cominciare mi rallegro perché finalmente anche a sinistra ci si rende conto che a quell' epoca i ragazzi americani sono morti per noi, per restituirci la libertà e la democrazia. Ho fiducia che un giorno o l'altro qualcuno ammetterà che senza di quei ragazzi i partigiani sarebbero ancora sulle montagne (dalle quali ogni tanto sarebbero scesi per dare ai nazisti il pretesto per fare un po' di rappresaglia).
Poi mi viene in mente che questi concetti li ho già sentiti da qualche parte... ma sì!

...Vorrei concludere ricordando una breve storia. La storia di un ragazzo che alla fine dei suoi studi liceali fu portato dal padre a visitare il cimitero in cui riposano molti giovani valorosi soldati, giovani che avevano attraversato l'Oceano per ridare dignità e libertà ad un popolo oppresso. Nel mostrargli quelle croci, quel padre fece giurare a quel ragazzo che non avrebbe mai dimenticato il supremo sacrificio con cui quei soldati americani avevano difeso la sua libertà. Gli fece giurare che avrebbe serbato per il loro Paese eterna gratitudine. Quel padre era mio padre, quel ragazzo ero io. Quel sacrificio e quel giuramento non li ho mai dimenticati e non li dimenticherò mai. Vi ringrazio.

[conclusione del discorso di Silvio Berlusconi al Congresso degli Stati Uniti d'America - 1 Marzo 2006]

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