"Dime de qué presumes y te diré de qué careces" (Dimmi di cosa ti vanti e ti dirò che cosa ti manca)

venerdì, novembre 24, 2006

La turco s' incazza. Faccia pure.

La storia, in soldoni: qualcuno al Giornale viene a sapere di una proposta di legge sull' eutanasia. Legge i firmatari e ci trova in mezzo "Turco". Convinto di aver in mano lo scoop del secolo, ovvero il ministro diessino di un governo cattocomunista che fa qualcosa che non piacerà a Mastella (Beh, non è neanche una cosa così strana), propone di metterlo con un titolone in prima pagina. Belpietro dice "Piatto ricco mi ci ficco", il Giornale esce, poi pensano "Ma è proprio vero?" quando i pacchi di Giornali sono già stati aperti e disposti in bella mostra nelle edicole si dicono "Mah...controlliamo" (E qui scatta l' applauso per il tempismo.), ed ecco la scoperta: il Turco in questione non era un illustre ministro diessino, bensì un qualsiasi deputato rosapugnante. Bravi mona. Marcia indietro repentina, Belpietro chiede scusa per l' errore ed ammette pubblicamente "sono stato mona".

E qui comincia la parte interessante. La detta ministra s' incazza come una biscia:
«Sono indignata e scandalizzata di quanto accaduto - dice il titolare della Salute - Evidentemente la bramosia di infangare colui che si ritiene l'avversario politico del momento è tale da offuscare addirittura la vista e la capacità di leggere i nomi e cognomi delle persone e la loro qualifica istituzionale»
e, logicamente, chiede le dimissioni di Belpietro.

Cara Livia, dopo esserti comportata da padrona a casa (pubblica) "tua" con i tuoi tentativi di nominare persone "amiche" a direzione di questo o quell' istituto, pretendi di comportarti da padrona a casa (privata) altrui. Risparmiati la richiesta di dimissioni a Belpietro, il problema è suo e dei suoi lettori. Se a causa della sua "sbadataggine" il Giornale perderà consistenti quote di mercato a farlo dimettere sarà il suo editore. Mi sembra normale, pubblichi stronzate, la gente non ti compra più. Col Manifesto è successo così.

lunedì, novembre 13, 2006

Racconta alla nonnina che hai fatto il bravo e lei ti regalera' una caramella.

Ero fino a venti minuti fa all' inaugurazione della nuova sede del dipartimento al quale il mio corso di laurea fa riferimento. Dopo i soliti discorsi di rito di Magnifico Rettore ("...Sono cambiati i suonatori ma la musica e' rimasta la stessa..."), direttori di dipartimenti, costruttori, presidente di fondazione bancaria, prorettore all' edilizia, etc. arrivo' il momento piu' atteso dalle persone che come me non si vergognano a definirsi "Scrocconi" (Anche se nei miei sei anni e rotti di universita' mi sentirei di definirmi "contribuente"): il buffet.
E la' tra il prosecco e le crespelle, tra il prosciutto e le pastine, tra l' insalata russa ed il caffe' mi capito' d' udire da dietro le mie spalle un dialogo tra due persone una delle quali era decisamente importante.
Tale persona commentava la recente vicenda riguardante la Finanziaria, la Ricerca, il Governo ed una simpatica vecchina.
Le parole di quell' importante autorita' accademica erano piu' o meno "Le hanno dato il contentino, lei ci ha creduto ed ha detto si' si', allora la voto, ma sostanzialmente non e' cambiato niente. E' che ormai e' rimbambita".
Ho detto "piu' o meno" perche' il discorso era quello, le parole forse no. Le uniche parole su cui metterei la mano sul fuoco sono due: "sostanzialmente" e "rimbambita".
Sottolineo queste due parole anche per farne un' analisi.
La prima parola e' assai significativa, poiche' l' alta autorita' accademica, essendo piu' a contatto con la realta' accademica stessa, afferma con quel sostanzialmente che dal suo punto di vista i tagli alla ricerca permangono.
La seconda perche' ci fa capire che dopo il caso di Pallaro liquidato con 14 milioni (voto di scambio e corruzione utilizzando denaro pubblico) c' e' un altro reato di cui possiamo accusare questa masnada di criminali incompetenti: circonvenzione di incapace.

martedì, novembre 07, 2006

Spallata? Non ancora, ma...

Il dato delle regionali in Molise va analizzato non tanto sulle percentuali, quanto sul numero di votanti.
Dal sito di Repubblica (tanto per far contenti i sinistri) vediamo che la Cdl ha ottenuto 111.881 voti, e l' Unione 95.246.
Se confrontiamo il dato a quello delle Politiche, vediamo che la Cdl ha avuto un incremento di 9280 voti dai 102.601 di aprile, mentre l' Unione ha avuto un calo di 11.123 voti dai precedenti 106.369.
Va considerato anche che il numero di voti e' calato: dai 208970 (79% sul numero di elettori) di aprile ai 207127 (78,3%) di ieri. 1843 in meno.
Quel che ci interessa comunque e' l' effetto a livello nazionale. Con una Cdl che parte svantaggiata di 24.775 voti, c' e' un recupero di 20.403. (O, ad essere pessimisti 18.560, supponendo che gli astenuti siano elettori di sinistra che hanno voluto manifestare il dissenso al governo centrale con il non-voto.)
In definitiva, sostituendo al voto per la Camera di aprile il voto per le regionali di ieri, il "distacco" si riduce a 6.215 voti. Non un vantaggio, ma uno scarto ridotto. Un segnale locale.

Segnatevela questa: presunzione di superiorita' morale, evidente miopia politica e cronico attaccamento alla poltrona tutto in uno. Mortadella Style.

"Questo voto non costituisce un problema per il paese, ma è un problema per il Molise"

sabato, novembre 04, 2006

Stupendo

Questo.

Adesso cerco qual' è il supermercato Esselunga più vicino e vado a fare la spesa là.

giovedì, novembre 02, 2006

Un altro mondo è possibile

Per quanto mi sia impossibile votare per loro, iscrivermi o dare loro un appoggio che non sia più che simbolico (per evidenti necessità di coalizione) ho per i Radicali-non-Salmoni profonda ammirazione, rispetto e simpatia. Anche perché pur ancorati al realismo proprio dei liberali, conservano un loro idealismo, che tuttavia non si tramuta in quell' ideologia che come una lente distorce la nostra percezione della realtà.
Stavo ascoltando da Radio Radicale proprio ora l' esposizione di Capezzone che ha aperto il congresso radicale che sta avendo luogo proprio qui a Padova (E magari uno di questi giorni vado a farmi un giretto come osservatore.) Per me il governo Prodi è irriformabile, oltre che irriformatore (nel senso che le riforme non le farà mai), eppure Capezzone, novello Don Chisciotte, ci crede di poterlo cambiare. Chiedendo una mano a destra (Avrà ripetuto due-tre volte "...il mio amico Tabacci...") ma almeno non è né appiattito sulle posizioni della maggioranza (Ché ne uscirebbe malconcio), né ha abbandonato l' idea di proporre il liberismo a chi crede sia la causa di tutti i mali del mondo.

Ma tutto questo non è molto importante. Quel che volevo riportare era la frase finale (per come me la ricordo) del suo intervento:

"In Svezia il ministro dell' economia è uno splendido liberale e sta portando avanti una delle riforme più ambiziose del mondo occidentale. Ha 38 anni, ha una coda di cavallo che arriva fin qua, va in giro con una maglietta newage e sarà interessante vederlo alle riunioni dell Ecofin seduto vicino a Padoa-Schioppa, e pensare che un altro mondo è possibile."

"...un altro mondo è possibile..." Improvvisamente questa frase ha provocato in me una sensazione nuova.