"Dime de qué presumes y te diré de qué careces" (Dimmi di cosa ti vanti e ti dirò che cosa ti manca)

venerdì, maggio 05, 2006

Niente paura, Massimo.

In fondo non mi dispiacerebbe che andassi al Quirinale. Non solo per realizzare il mio malefico piano che ha per fine la definitiva cacciata dei neo-post-ex-etc-comunisti dal potere in Italia, ma anche per un paio di ragioni accessorie.

La prima è che hai l' onestà intellettuale di riconoscere che difficilmente gli elettori del centro-destra ti accetterebbero (e non solo loro).

La seconda è che in fondo preferisco un presidente, come saresti tu, eletto come espressione di una parte politica che una volta eletto cercherebbe (o no, non è necessario), pur con tutti i suoi limiti, di comportarsi da arbitro super partes ad una faccia di culo eletta come super partes che poi si comporti come espressione di una certa parte politica. Senza far nomi.

Caro Massimo, ti compatisco. Meritavi la presidenza della Camera, ed era un ruolo che avresti svolto egregiamente e senza discorsi d' inaugurazione vuotamente retorici. Ti compatisco anche perché sei coraggioso: la sinistra radical-chic (e non solo) ti odia perché sei sceso a patti con Berlusconi, riconoscendogli una legittimità politica che essa gli nega da sempre. Purtroppo quel dislessico che avete candidato alla presidenza del consiglio aveva promesso la poltrona di Montecitorio, a tua insaputa, al tuo peggior nemico. La sua partita a scacchi sembra sempre più una successione di mosse di attacco poco efficaci e fatte a casaccio che lasciano totalmente sguarnita la difesa del Re.

Ma scusa, sapevate che è un incapace, sapevate che sarebbe stato succube di Bertinotti, sapevate che avrebbe preso le decisioni giuste per scontentare tutti. Perché non avete fatto come Schröder, scaricato la sinistra radicale e candidato te come Primo Ministro? Avreste perso a testa alta, invece avete vinto vergognosamente.