"Dime de qué presumes y te diré de qué careces" (Dimmi di cosa ti vanti e ti dirò che cosa ti manca)

venerdì, aprile 28, 2006

25 aprile 1994

Dalla
STORIA D' ITALIA
Indro Montanelli - Mario Cervi
L' ITALIA DI BERLUSCONI
(1993-1995)
CAPITOLO SESTO
IN PRINCIPIO FU IL LITIGIO
[...] Era lotta senza quartiere: e senza fair play.
Lo si vide pochi giorni dopo, per la ricorrenza del 25 aprile. L' anniversario non era tondo - erano trascorsi quarantanove anni dalla Liberazione - e in una situazione di normalità sarebbe passato con celebrazioni e cerimonie di routine. Alla tentazione di farne un' arma polemica contro la nuova maggioranza, descritta e anche caricaturata come un assemblaggio di forze antidemocratiche e fasciste (o parafasciste) i progressisti non seppero resistere. Per quel quarantanovesimo furono organizzati a Milano - con apporti di manifestanti d' ogni parte d' Italia - un corteo e un comizio multitudinari: che tali rimasero nonostante la pioggia. Si parlò di Liberazione: ma il linguaggio degli striscioni e dei cartelli, immersi in una marea di bandiere rosse, parlò soprattutto d' antiberlusconismo. Le scritte erano inequivocabili: «Nessuna riconciliazione, nessuna pacificazione, anifascismo contro il padrone». «Se il vento fischiava ora fischierà ancora più forte.» «Resistenza e Costituzione per la scuola di tutti contro la berlusconazione di massa.» «Con la destra ci facciamo le pippe.» Umberto Bossi, cui mancano molte qualità importanti ma di sicuro non il coraggio, volle aggregarsi con un gruppo dei suoi al corteo. Ne fu impedito da una marea di scalmanati che urlando «vergogna, vergogna» e «fuori, fuori» fiondavano monetine. Dovette accorrere, per proteggerlo, un consistente schieramento di carabinieri e poliziotti. L' intento politico della celebrazione era lampante, e ancor più lampante risultò per l' atmosfera in cui si svolse: che privilegiava il presente, con i suoi conflitti, rispetto alla rimeditazione del passato. Quest' isistenza partigiana - in tutte le accezioni del termine - fu un errore politico e propagandistico. La pretestuosità della colossale commemorazione saltava agli occhi. Ancor più grave era che i manifestanti, demonizzando la maggioranza uscita dalle urne, associassero implicitamente al fascismo una buona metà degli italiani. (Sintomi di salutare resipiscienza e di saggezza verranno dopo, quando le sinistre capiranno che gli italiani moderati debbono essere convinti dalla moderazione, non impauriti dal fanatismo.)
[...]

sabato, aprile 22, 2006

Ieri in Spagna, oggi in Italia.

Quando Don Nadie vinse le elezioni cominciai a mandare mail ai miei amici per far conoscere le sue cazzate (Come le aperture su Cuba, ad esempio). L' intenzione era far pensare a chi diceva "Oggi in Spagna, domani in Italia" (alludendo a sappiamo bene cosa) cosa si sarebbe portato al Governo assieme ai socialisti (Post e neo comunisti, socialdemocratici, etc.).
Beh, la sinistra italiana ha già cominciato ad imitare quella spagnola. Di questo articolo invito a leggere in particolare l' ultimo paragrafo: "In risposta al comizio di Berlusconi, l'Ulivo diffonde una nota nella quale fra l'altro si attacca il premier di «alimentare con minacce e accuse prive di qualsiasi riscontro, una pericolosa tensione istituzionale che avvelena il clima sociale»."
In spagnolo si dice "crispación", traducibile con "irritazione", ed è l' accusa che Governo e socialisti rivolgono al Partido Popular e media affini.

In parole povere: si accusa l' ex maggioranza di fare ciò che l' ex opposizione faceva fino a ieri.

...Ed abbiamo solo cominciato...

martedì, aprile 11, 2006

No al recount. No alla Große Koalition.

Voglio vedere la sinistra governare. Voglio stare all'opposizione. Vedere il centrodestra che si aggrappa disperatamente al potere toglie ogni sua dignità ai miei occhi.

Avete avuto quel che volevate, ora vi dico cosa voglio io.

In this world there are only two tragedies. One is not getting what one wants, and the other is getting it. The last is much the worst; the last is a real tragedy!
(Oscar Wilde, da "Lady Windermere's fan")

Ai sinistri sono capitate entrambe le tragedie. Non hanno ottenuto un "calcio in culo con gli stivali chiodati" per Berlusconi, ed hanno ottenuto il governo.

Se io fossi Berlusconi farei così:

- Accetterei il risultato;
- Mi dimetterei da presidente di Forza Italia, ed al successore, qualunque sia, direi "Ora tocca a te. Dimostra che hai le palle (a prescindere dal sesso) e tieni sempre presente quello che diceva e faceva questa donna." [effettivamente credo che se fosse una donna ci vorrebbe poco a tornare al governo];
- Andrei a Tahiti e manderei a Prodi una cartolina come questa;
- Non mi preoccuperei più di tanto, tra quaranta giorni a Palazzo Chigi cominceranno a lavorare febbrilmente (malgrado le intenzioni), per una nuova vittoria del cdx.

Per quanto mi riguarda io continuerò a sostenere le stesse idee, indefessamente, parlando di libertà per tutti a chi la vuole solo per sé.

Volete l' eutanasia? D' accordo, ma voglio l' eutanasia anche per le aziende: che chiudere un' impresa fallimentare sia semplice e rapido. (Beh, senza esagerare)
Volete la libertà di divorziare? D' accordo, ma voglio anche la libertà di licenziamento e che il contratto di lavoro a tempo indeterminato non sia una prigione per l' imprenditore.
Volete il riconoscimento dei diritti per le coppie "atipiche"? D' accordo, ma voglio anche che sia possibile proporre un contratto di lavoro "atipico".

Free people? Free market.

lunedì, aprile 10, 2006

Ci aspettano cinque anni...

[Copiaincollato da una conversazione in Messenger con un' amica]

Ci aspettano cinque anni in cui stare all' opposizione sarà una pacchia: sarà il governo a screditarsi da solo.
Ci aspettano cinque anni di leggi pasticciate e pasticcione, ma accompagnate da messaggi detti in tono messianico di concordia ed unità.
Ci aspettano cinque anni di concordia ed unità mediatica: Prodi a dire il nulla e quindici giornali a dire che grande statista è.
Come quando fu Presidente della Commissione Europea (http://watergate.blogsome.com/2006/04/06/prodi-vergogna/).
Ci aspettano cinque anni senza scioperi.
Ci aspettano cinque anni... ma forse anche meno.

Computo comparativo

Poiché quest' anno le elezioni si fanno in due giorni, anziché confrontare le affluenze a parità d' ora, confrontiamo le affluenze a parità di percentuale di tempo trascorso sul totale.

I dati preceduti da una ~ derivano da una interpolazione (lineare, per di più) e non hanno pressoché alcun fondamento scientifico.


% tempo trascorso_____% affluenza 2001_____% affluenza 2006
18,2%____________________________~14,7_________________17,6
28,6%_____________________________21,5________________~29,3
50%______________________________~38,0_________________52,1
63,6%____________________________~48,0_________________66,5
78,6%_____________________________59,0_________(alle 10:20)

Secondo questa interpretazione l' affluenza va bene, ma quel che non so è se l' interpretazione stessa vada bene.

Per domani preferisco non fare alcuna previsione.




domenica, aprile 09, 2006

Juas juas juas. (Sghignazzate in spagnolo)

Leggo spesso Libertaddigital, giornale online spagnolo. La sua obiettività è pari a quella di Libero, e quando dico "pari a quella di Libero" voglio dire questo: critica (giustamente) la sinistra per qualsiasi cosa faccia, critica (ancor più giustamente) la destra per qualsiasi cosa non faccia.
Oggi ho trovato questo spassosissimo articolo sulla giornata di riflessione. Chi sa lo spagnolo lo legga in spagnolo, a chi non lo sa traduco un paio di passi interessanti.

3º capoverso:
"L' Unione" da per sicuro che vincerá, convinta che "dopo cinque anni di tristezza" gli italiani hanno diritto "a un po' di felicità ed unità", e che solo possano dargliela loro, la coalizione della quale formano parte, tra altri, democristiani, comunisti, ex comunisti, socialisti, verdi, radicali, consumatori e gruppi antiglobalizzazione.

7º capoverso:
Prodi chiuse la sua campagna a Roma, dove reiteró la lotta senza quartiere contro l' evasione fiscale, il recupero della, secondo lui, malconcia e ristagnata economia e la ricollocazione dell' Italia nel posto che le corrisponde in Europa.

L' articolo non risparmia neanche Berlusconi, ma non è una notizia.
Certo che se mi mettessi a spulciare articoli in giro per il mondo che parlano male di Prodi e dell'Unione forse riuscirei a trovarne più di quelli che parlano male di Berlusconi.

venerdì, aprile 07, 2006

Comunque vada abbiamo vinto.

Conobbi Tocque-ville a novembre 2005, a gennaio creai questo blog e dopodomani ci sono le elezioni. Il blog è uno strumento personale, le opinioni espresse in genere sono esclusivamente personali. ma questa volta, data l' eccezionalità della situazione, farò uno strappo, ed userò la prima persona plurale.

Cinque anni fa votai l' Ulivo al maggioritario, la Bonino al proporzionale. Lo dico senza problemi. Avevo diciannove anni, mi ero lasciato condizionare dal conformismo imperante, quello di chi legge Repubblica e guarda Rai Tre.
Dopodomani ci sono le elezioni politiche. Le prime elezioni politiche dopo l' 11 settembre 2001. Non sono passati neanche cinque anni, ma sembra un secolo se guardiamo come il mondo è cambiato da quel martedì mattina.

Dicono che il difficile non sia vincere, ma rimanere primi. A prescindere da quel che succederà lunedì, comunque, abbiamo vinto.
In un Paese in cui se votavi per il centrodestra ti prendevi del disonesto, dell' idiota, o del fascista, abbiamo trasformato il nostro status di moralmente inferiori come un orgoglio.
In un Paese in cui l' intellettuale è sempre stato al servizio prima del Principe, poi del Partito, sempre del Potere, noi siamo al servizio delle nostre idee.
Non abbiamo bisogno di un partito che ci ingabbi nella sua disciplina, e se abbiamo simpatia per qualcuno non ci asteniamo dal criticarlo quando non siamo d' accordo.
Siamo i meno berlusconiani d' Italia. Non c' interessano Berlusconi, le sue gaffes, il suo conflitto di interessi (ci sia o no), le sue amicizie, i suoi guai con la giustizia. Ci interessano le sue proposte e quelle del suo schieramento. Non guardiamo in faccia nessuno, ma giudichiamo il suo operato senza pregiudizi, né positivi né negativi.
Non odiamo i nostri avversari, né abbiamo bisogno di fare propaganda contro di loro (visto che spesso ci riescono benissimo da soli), ma amiamo le nostre idee, ed una in particolare: la libertà, che non sacrificheremo per niente al mondo.

È per questo che abbiamo vinto: perché siamo liberi, sicuri, schietti. E perché non abbiamo paura di perdere.

martedì, aprile 04, 2006

L' ha detto.

"...Non credo ci siano tanti coglioni che votano a sinistra...", e poi "...Scusate il linguaggio rozzo ma eficace...". L' ha detto, c' è poco da fare, spero tenga un po' la schiena diritta e non ripeta il solito copione del "Sono stato travisato". Spero ci tenga alla sua coerenza e non abbia paura di prendere una posizione.
Anni di egemonia culturale della sinistra ci hanno fatto pensare che la "cultura" e la "sinistra" fossero un tutt' uno: se sei un intellettuale allora sei di sinistra, se sei di sinistra e non sei un intellettuale allora sei un fiero membro della classe operaia, etc. Se sei di destra sei un parassita, uno sfruttatore ed un ignorante, se hai soldi, un ignorante e basta se non ne hai. In ogni caso un ignorante. Berlusconi si è vantato di non aver mai insultato i leader dell' opposizione mentre loro ne dicevano di cotte e di crude su di lui, per risposta ora insulta l' elettorato della sinistra. Visto che nemmeno l' elettorato della sinistra si è astenuto dall' insultarlo (anche se non ci sono le agenzie di stampa a provarlo, basta andare per strada) mi sembra un pari e patta: Voi insultate me? Io dico che siete dei coglioni.
Quasi quasi questa volta non gli do neanche torto. Ma sí, dái, sono anni che gli elettori di centrodestra vengono insultati. Chi non ricorda la famosa barzelletta per cui gli italiani possono avere solo due caratteristiche tra essere: a)intelligenti, b)brave persone e c)di Forza Italia? Chi non ricorda l' editoriale di Eco su Repubblica sulla classificazione degli elettori di centrodestra in "motivati(=subdolamente-interessati)" e "affascinati(=rincretiniti-dalle-televisioni)"? Perché gli elettori del centrosinistra non dovrebbero ricevere lo stesso? Secondo me qualcuno che vota a sinistra può essere mosso da stupendi ideali (Oltre che dall' odio per Berlusconi, anche se è questa la motivazione prevalente), ma le buone intenzioni lastricano anche le strade dell' inferno, ed è questo che mi fa evitare le utopie come la peste. Secondo quelli di sinistra se cambiamo il governo l' ambiente verrà rispettato, tutti pagheranno le tasse e ne saranno felici, tutti avranno un lavoro garantito a vita, i terroristi lasceranno le armi, nessuno sarà più povero, tutti avranno una casa e chi più ne ha più ne metta. Secondo me il mondo va in un altro modo, e l' utopia non si realizza solo perché un governo la crea, ma perché ogni singolo umano la realizza per quella piccola parte che gli è affidata. Il mondo non cambia a causa di bravi governanti, ma grazie alla brava gente, che decide di esserlo senza nessuna costrizione o convenienza. Questa è la mia opinione, ed a chi si ostina a credere che basti cambiare un governo per cambiare una nazione lo dico chiaramente: sei un coglione.

P.S.
Era "solo" ironico. Peccato.